Il CoWorking millenario della cultura sarda

Non c’è nulla di nuovo nel coworking: la sua prima menzione è registrata in un libro del 1628, rappresentando l’idea di lavoro in condivisione operato da Dio. Tuttavia, la sua concezione moderna è divenuta popolare solo di recente arrivando a rappresentare l’idea di un lavoro indipendente, ma condiviso in termini di spazio, tempi e valori. Il C-Space di Berlino è stato uno dei primi hackerpace al mondo nel 1995. Da allora gli spazi sono sorti in quasi tutte le città, per soddisfare il crescente numero di creativi, programmatori e imprenditori che lavorano come freelance o da remoto.

Oggi gli spazi di coworking sono un enorme business: solo negli Usa occupano 27 milioni di metri quadri di uffici, mentre WeWork, la più grande azienda di coworking, l’anno passato è stata valutata $20 miliardi, con oltre 120.000 clienti, divenendo non solo un luogo di lavoro, ma anche un locale alla moda. In totale ci sono circa 14.000 spazi di coworking in tutto il mondo in cui ci lavorano oltre 1,2 milioni di persone.

“Il coworking è uno stile lavorativo che coinvolge la condivisione di un ambiente di lavoro, spesso un ufficio, mantenendo un’attività indipendente. A differenza del tipico ambiente d’ufficio, coloro che fanno coworking non sono in genere impiegati nella stessa organizzazione. […] L’attività del coworking è il raduno sociale di un gruppo di persone che stanno ancora lavorando in modo indipendente, ma che condividono dei valori e sono interessati alla sinergia che può avvenire lavorando a contatto con persone di talento.”

In Sardegna questo tipo di lavoro in condivisione è sempre esistito. In particolare prima della famigerata legge delle chiudende, e tutt’ora anche se in scale minori, gli allevatori lavoravano indipendentemente, ma condividevano gli spazi per il pascolo, i tempi e i valori su cui esso si fondava. Gli artigiani nelle piccole comunità lavoravano indipendentemente ma condividevano i principali e più complessi strumenti di lavoro, così come le donne condividevano le vasche e le sorgenti in cui lavavano i panni. Persino le case erano costruite in questo modo, un’usanza che in alcuni paesi è sopravvissuta fino ad oggi.

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